Negroamaro

Il Negroamaro è uno dei vitigni principi e autoctoni della Puglia, in particolare del Salento. La sua origine molto antica risale all’epoca di colonizzazione Greca nel XVIII sec. A.C. e la sua diffusione si estese dalle zone ioniche fino nel Brindisino e Tarantino.

Il suo nome Negro-Amaro racchiude in sé e ne descrive già le sue peculiarità’. Negro per il suo colore quasi nero dei suoi vini e un retrogusto piacevolmente Amaro.

Le sue caratteristiche sensoriali partono da un colore molto intenso quasi granato, all’olfatto è fruttato e floreale con una costante presenza di frutti rossi e di bosco, fiori come la rosa rossa  e le violette, al gusto è speziato e tannico, strutturato ,piacevolmente fresco con  delicate note  amarognole nel finale.

Un vino da più anime, mai banale e scontato che riesce a sorprenderti in ogni suo stile.

Primitivo

È uno dei vitigni  viaggiatori della storia forse tra i più intriganti. Approdato negli USA nell’800 il suo sinonimo Zinfandel è considerato patrimonio della cultura vitivinicola californiana tra i più importanti.

Una caratteristica di questo vitigno è di produrre dei grappoli detti  “racemi “con una maturazione ancora più tardiva di almeno 15/20 giorni nei confronti della prima raccolta da cui si ottengono differenti tipologie da degustare. I Francesi lo ritenevano molto somigliante ai loro vini per la sua aromaticità così che anch’esso come il Negramaro fosse uno dei vitigni più esportati, specie nel periodo della Fillossera, quando il patrimonio vitivinicolo fu letteralmente distrutto

Il vino si presenta  con un  colore rosso rubino intenso, dalle importanti note aromatiche di frutti rossi e spezie.È un vino equilibrato ed armonico, può arrivare ad elevate gradazioni alcoliche grazie alla sua enorme vocazione all’appassimento naturale dettato dal suo DNA. È una vite molto longeva e spesso viene coltivata ad alberello con piante anche di 80/ 90 anni di età.

Susumaniello

Un’altra anima del Salento è rappresentata proprio da questo vitigno dalla bacca nera la cui dimora ideale è racchiusa nella zona del Brindisino e della Valle D’Itria.

Usato principalmente per la sua materia altamente colorante in passato era sfruttato come vino da taglio ma diminuendo la sua produttività nel tempo, fu via via abbandonato per poi essere quasi completamente espiantato.

La carica antocianica delle bucce rende il vino di un colore rosso rubino intenso da una buona struttura alcolica. All’olfatto caratteristici sentori fruttati e floreali rossi,lasciano poi spazio a note erbacee e speziate . Al palato complessità, struttura e un tannino elegante la fanno da padrone, permettendo anche dei lunghi affinamenti.

Si presta a diversi stili di produzione, non solo classici rossi ma anche rosati e spumanti sia in versione Charmat che Metodo Classico con affinamenti lunghi, che lo identificano in modo esemplare.

Ottavianello

Questa varietà e’ molto resistente a malattie e temperature siccitose, ma e’ soggetta a facili marciumi per umidità. Ecco perché predilige le zone di altura di Ostuni più ventilate ed asciutte. In quest’area soleva utilizzarlo come monovarietale, mentre nel resto del Brindisino in blend con altre uve  come Negroamaro, Primitivo, Malvasia.

Ad oggi l’Ottavianello e’ utilizzato per la produzione di vini rossi, rosati, ma anche spumanti rosè in purezza.

Il suo colore non e’ particolarmente intenso , ma molto delicato. Al naso note floreali e fruttate E’ abbastanza strutturato ed equilibrato ,complessivamente armonico . La sua importante acidità gli permette anche nella versione rossa un buon abbinamento con particolare piatti di pesce.

Maresco

Il Maresco o Maruggio è un vitigno tipico della Valle D’Itria, e il suo attuale nome è frutto di un concorso di idee tra i ricercatori proponenti, La sua radice “Mar” richiama lo splendido mare locale di Maruggio e “fresco” rimanda alla caratteristica tecnologica della spiccata acidità.

La recente modifica del disciplinare della IGP Valle d’Itria, permette dal 2017 di indicare in etichetta il nome del vitigno. Maturazione dell’uva: seconda decade di settembre-primi di ottobre. Il vino si presenta di colore giallo paglierino abbastanza intenso, con riflessi dorati. Discreta complessità aromatica con sentori fruttati e floreali. La buona alcolicità e struttura sono accompagnate da persistenza gustativa, equilibrio e ottima acidità, peculiarità che rendono la varietà idonea oltre che per vini bianchi secchi, in uvaggio o in purezza, anche per l’ottenimento di validi spumanti monovarietali.

Bianco di Alessano

Coltivato in Valle d’Itria già dalla seconda metà del XIX secolo (Locorotondo, Martina Franca, Castellana Grotte, Ostuni, ed in altre località), le fonti storiche ne segnalano la coltivazione anche nel Leccese e nel Barese.

In passato era importante per l’industria del Vermouth e a questo si deve la sua ampia diffusione nella metà del secolo scorso. Poi progressivamente e’ stato abbandonato per la sua scarsa produttività dovuta alla sua facilita’ ad essiccamento e marciume. Ma la tenacia di alcuni produttori, la predilezione  del vitigno in zone più collinari della Valle d’Itria ben soleggiate e ventilate, che favoriscono la sanità delle uve e una maggiore crescita di sostanze terpeniche, grazie alle escursioni termiche, il Bianco di Alessano e’ stato via via rivalutato, tanto da far parte dell’importante e più antica Doc Locorotondo, fino ad essere apprezzato anche in diversi blend e come delicato monovarietale.

Minutolo

Il Minutolo è uno  tra i vitigni aromatici di Puglia chiamato anche Moscatellina, per i suoi tratti varietali molto spiccati.

Nel 2001, grazie a specifici studi scientifici, si è giunti alla conclusione che il Minutolo presenta parentele con il Moscato bianco e il Moscato di Alessandria, ottenendo una specifica collocazione in Igp e Doc con il suo nome ufficiale Minutolo, oggi molto apprezzata.

Sia come monovarietale che in blend come il nostro, a dimostrazione che la sua buona struttura, le sue doti organolettiche aromatiche ben si coniugano con altri vitigni, creando vini eleganti , fini e persistenti.

Il Minutolo, grazie alle numerosissime etichette presenti sul mercato, risulta oggi per la Puglia un modello di successo di valorizzazione di vitigni locali minori.

Notardomenico

Il Notardomenico è coltivato prevalentemente nel sud Barese, nel Tarantino e nel circondario di Gallipoli. È allevato prevalentemente ad alberello,  come uva da vino su piccola scala. Il Notardomenico ha una buona tolleranza alla peronospora e poca sensibilità ai marciumi.

E’ presente in 5 IGP pugliesi: Murgia, Puglia, Salento, Tarantino, Valle d’Itria. Maturazione dell’uva: ultima decade di settembre.

Vino di colore rosso rubino, con riflessi violacei. Prevalgono le note aromatiche e di speziato, non mancano i sentori di frutta matura. Abbastanza equilibrato nel complesso. Il titolo alcolico e il contenuto in antociani totali, moderati, lo rendono adatto all’ottenimento di vini rosati in purezza o in taglio con altre varietà.

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